TECNICHE DEL NEGAZIONISMO

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In una intervista di Giovanna Canzano a Robert Faurisson del  03/03/2008, pubblicata da arianna editrice

"Revisionismo o negazionismo? Intervista a Robert Faurisson"

si insiste sul concetto di revisionismo storico da parte dell'intervistato per negare il negazionismo. Robert Faurisson si laureò in lettere nel 1972 alla Sorbona di Parigi, in cui tenne inoltre lezioni dal 1969 al 1974, e insegnò presso l'Università di Lione 2 dal 1974 al 1990; nel corso di quel decennio pubblicò quattro monografie di critica letteraria. Quindi non era affatto uno storico, non aveva nessuna competenza in materia.

Faurisson iniziò a occuparsi delle shoah dopo la lettura nel 1960 di un articolo dello storico tedesco Martin Broszat, futuro direttore dell'Institut für Zeitgeschichte di Monaco di Baviera (Istituto di storia contemporanea), nel quale si affermava che nel Dachau e Buchenwald, territorio del vecchio Reich tedesco, non ci sarebbero state camere a gas, le cui installazioni sarebbero state riservate ai territori acquisiti durante la guerra.

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Fino agli anni '80, gli storici tedeschi intrapresero relativamente poche ricerche sull'Olocausto, chiaramente così centrali nella storia del nazismo. Nicolas Berg in Der Holocaust und die westdeutschen Historikerè desideroso di dimostrare che, poiché la memoria e l'esperienza personale erano inseparabili dal modo in cui gli storici tedeschi consideravano il Terzo Reich.

Broszat, che è entrato a far parte dell'Institut a metà degli anni '50, ne è stato direttore dal 1972 fino alla sua morte nel 1989 ed è stato considerato in Germania e all'estero come uno dei più eminenti studiosi del nazismo nel mondo. .

Quasi un anno prima della pubblicazione del suo libro, Berg aveva lanciato il suo attacco in modo sorprendente con un articolo a tutta pagina su un importante quotidiano tedesco, la Süddeutsche Zeitung, sottolineando ciò che definì la "menzogna a vita" di Broszat nel nascondere il fatto che egli era effettivamente entrato nel partito nazista nel 1944.

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