Hannah Arendt
Hannah Arendt on Modernity (1964)
Hannah Arendt on Power & Violence (1968)
«La mancanza di pensiero – l’incurante superficialità
o la confusione senza speranza
o la ripetizione compiacente di “verità” diventate vuote e trite –
mi sembra tra le principali caratteristiche del nostro tempo.
Quello che io propongo, perciò, è molto semplice:
niente di più che pensare a ciò che facciamo.»
(Hannah ARENDT, Vita activa)
http://hac.bard.edu/about/hannaharendt/
Comprendere cosa significa l'atroce, non negarne l'esistenza, affrontare spregiudicatamente la realtà.
HANNAH ARENDT in VERITA' E POLITICA
" «[l]a menzogna politica tradizionale, così rilevante nella
storia della diplomazia e dell'arte di governo, riguardava (…) segreti - dati che non
erano mai stati resi pubblici - o (...) intenzioni» di future condotte, le menzogne
politiche moderne «si occupano efficacemente di cose che non sono affatto dei
segreti, ma sono conosciute praticamente da tutti»
“Nessuno ha mai dubitato del fatto che verità e politica siano in rapporti piuttosto cattivi l'una con l'altra e nessuno, che io sappia, ha mai annoverato la sincerità tra le virtù politiche. Le menzogne sono sempre state considerate dei necessari e legittimi strumenti non solo del mestiere del politico o del
demagogo, ma anche di quello dello statista.”
(Verità e politica)
“The ideal subject of totalitarian rule is not the convinced Nazi or the convinced Communist, but people for whom the distinction between fact and fiction (i.e., the reality of experience) and the distinction between true and false (i.e., the standards of thought) no longer exist.”
«Coloro che scelgono il male minore dimenticano troppo in fretta che stanno comunque scegliendo il male».
Although everybody started his life by inserting himself into thehuman world through action and speech, nobody is the author or producerof his own life story. In other words, the stories, the results ofaction and speech, reveal an agent, but this agent is not an author ofhis own life story. Somebody began it and is its subject in the twofoldsense of the word, namely, its actor and sufferer, but nobody is itsauthor.—Hannah Arendt, The Human Condition
"Ciò che in un uomo è la cosa più fuggevole, e nello stesso
tempo la più grande, la parola pronunciata e il gesto compiuto
una sola volta, muore con lui, e rende necessario il ricordo che
di lui conserviamo. La memoria trova il compimento nel nostro
legame con il defunto [...] e riecheggia di nuovo nel mondo".
(H. Arendt, "Commemorazione di Karl Jaspers", 4 marzo 1969)
“Political questions are far too serious to be left to the politicians.”
“There are no dangerous thoughts; thinking itself is dangerous.”
È mia opinione che il male non possa mai essere(Lettera a Gershom Scholem)
radicale, ma solo estremo; e che non possegga né
una profondità, né una dimensione demoniaca. Può
ricoprire il mondo intero e devastarlo, precisamente
perché si diffonde come un fungo sulla sua superficie.
È una sfida al pensiero, come ho scritto, perché il
pensiero vuole andare in fondo, tenta di andare alle
radici delle cose, e nel momento che s'interessa al
male viene frustrato, perché non c'è nulla. Questa è
la banalità. Solo il Bene ha profondità, e può essere
radicale.