Lo storico Marc Bloch spiega nel suo libro:


Una falsa notizia è solo apparentemente fortuita, o meglio, tutto ciò che vi è di fortuito è l’incidente iniziale che fa scattare l’immaginazione; ma questo procedimento ha luogo solo perché le immaginazioni sono già preparate e in silenzioso fermento.

Vi ricorda il comportamento di certi politici di oggi?

Il massacro di Aigues-Mortes



Successe il 17 agosto 1893 e fu un massacro che il tempo ha trasformato in una storia simbolica, visto che questo capitolo tragico dell’emigrazione italiana all’estero fu innescato da una falsa notizia, un concerto di menzogne che oggi chiameremmo fake news.

Il massacro di Aigues-Mortes capitò proprio in quell’anno di elezioni, il 1893, durante una feroce campagna elettorale. In agosto lo scrittore nazionalista Maurice Barrès, su Le Figaro, aveva parlato di “invasione”. Lo fece per difendere il “carattere speciale” dell’identità francese, sostenendo che occorreva contrastare l’invasione valorizzando i concetti di famiglia, nazione e razza.

10 morti, un centinaio di feriti e molti che si salvarono nascondendosi nei negozi.

Fu una falsa voce, che si sparse rapidamente, a farla esplodere il 17 agosto: in una rissa, dissero, hanno ammazzato quattro francesi, i responsabili sono es italienes. Partì la vendetta. Fu un massacro. Morirono dieci operai italiani: i torinesi Vittorio Caffaro, 29 anni di Pinerolo, e Bartolomeo Calori, 26 anni di Torino; i cuneesi Giovanni Bonetto, 31 anni di Frassino, e Giuseppe Merlo, 29 anni di Centallo; l’alessandrino Carlo Tasso, 58 anni di Cerrina; l’astigiano Secondo Torchio, 24 anni di Tigliole; il savonese Lorenzo Rolando, 31 anni di Altare; il bergamasco Paolo Zanetti, 29 anni di Alzano Lombardo; il toscano Amaddio Caponi, 35 anni di San Miniato. Sconosciuta l’identità del decimo. Un centinaio i feriti.




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