LA DEMOCRAZIA DEGLI ALTRI


foto di David Harrison, Epa Credit Al Jazeera parte di un grande arazzo in onore di Nelson Mandela
 Il danese Thorkild Jacobsen nell'articolo "Primitive Democracy in Ancient Mesopotamia" nel "Journal of Near Eastern Studies" edito dall'Oriental Institute of Chicago, nel 1943, avanzò l'ipotesi della natura assembleare e non dinastica della regalità in mesopotamia nel corso del III Millennio A.C.  Non fu il solo studioso,che proveniente da discipline diverse, hanno sottolineato come lo sviluppo del concetto di democrazia/e sia un albero con radici che si sia sviluppato in molte realtà diverse del mondo e in tempi diversi in maniera autonoma.



L''economista e filosofo premio nobel anglo/indiano Amartya Sen, ricordava come  esistevano tradizioni millenarie democratiche in varie zone del mondo e come esportare la democrazia di matrice occidentale era una falso problema. Si trattava di riscoprire tradizioni oggi oppresse da regimi autoritari.

Il teorico della politica Richard Alan Dahl scrive nella sua opera Sulla Democrazia,riguardo all'origine ed allo sviluppo storico della democrazia, contestando tanto l'idea che la democrazia sia nata nella Grecia antica,quanto che da quel seme iniziale si sia sviluppato secondo: "una linea ascendente e regolare"
"Come il fuoco, la pittura e la scrittura, la democrazia sembra essere stata inventata più di una volta e in vari luoghi."  In particolare cita i Ting o Thing assemblee decisionali norvegesi  medioevale: alcuni suggeriscono che il significato del termine sia "periodo di tempo per un'assemblea" 

La caratteristica originaria del diritto scandinavo era la trasmissione orale. Prima dell'avvento dei regni nazionali e del conseguente controllo del sovrano attraverso suoi agenti, le leggi erano memorizzate e declamate dal Lögsögumaðr, un uomo esperto nelle leggi, nelle tradizioni e negli usi. Il diritto veniva esercitato principalmente nel thing (norreno e islandese þing, svedese, norvegese, danese e faroese ting), a cui potevano partecipare solo gli uomini liberi. Successivamente all'epoca vichinga l'usanza di declamare le leggi in modo memnonico venne abbandonata e si iniziò a trascriverle in codici. 



«Ogni vita umana è una vita, non ce n'è una superiore a un'altra»;«nessuno potrà più mettere il morso nella bocca di un suo simile, né potrà venderlo, da oggi la schiavitù non esisterà più»; «lo spirito dell'uomo vive grazie a tre cose: vedere ciò che ha voglia di vedere, dire ciò che ha voglia di dire, fare ciò che ha voglia di fare, perciò ora ciascuno risponde della sua persona, è libero nei suoi atti, nel rispetto delle leggi del suo paese».

Nel XIII secolo fu redatta una Costituzione in Africa , con la prima dichiarazione dei diritti umani, con particolare attenzione all’uguaglianza di genere, al divorzio, all'abolizione della schiavitù, alle leggi che tutelano i diritti dell’ambiente e degli animali.

Jacobsen, Thorkild. "Primitive Democracy in Ancient Mesopotamia." Journal of Near Eastern Studies 2, no. 3 (1943): 159-72. http://www.jstor.org/stable/54248
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